1. ALLA TUA PRESENZA

In questo tempo di grazia – l’Avvento – la Parola del Signore guida il nostro cammino, nutre la nostra preghiera, provoca salutari interrogativi, ci conduce a trovare risposte, ci fa crescere per giungere alla maturità di Cristo. È ancora la voce di Giovanni Battista, protagonista dell’Avvento, a indicarci la strada che prepara l’incontro con il Signore: praticare la giustizia e la misericordia.

Riconosciamo nel Signore presente in questo Pane donato per la vita del mondo Colui che è venuto non per essere servito, ma per servire e condividere con noi la dignità di figli di Dio.

(Se viene esposto il SS. Sacramento,

si esegue un canto adatto)

╬ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

Preghiamo con il Salmo 34

Nulla manca, a chi teme il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,

sulla mia bocca sempre la sua lode.

lo mi glorio nel Signore:

i poveri ascoltino e si rallegrino.

Nulla manca, a chi teme il Signore.

Magnificate con me il Signore,

esaltiamo insieme il suo nome.

Ho cercato il Signore: mi ha risposto

e da ogni mia paura mi ha liberato.

Nulla manca, a chi teme il Signore.

Guardate a lui e sarete raggianti,

i vostri volti non dovranno arrossire.

Questo povero grida e il Signore lo ascolta,

lo salva da tutte le sue angosce.

Nulla manca, a chi teme il Signore.

Gustate e vedete com’è buono il Signore;

beato l’uomo che in lui si rifugia.

Temete il Signore, suoi santi:

nulla manca a coloro che lo temono.

Nulla manca, a chi teme il Signore.

Venite, figli, ascoltatemi:

vi insegnerò il timore del Signore.

Chi è l’uomo che desidera la vita

e ama i giorni in cui vedere il bene?

Nulla manca, a chi teme il Signore.

Custodisci la lingua dal male,

le labbra da parole di menzogna.

Sta’ lontano dal male e fa’ il bene,

cerca e persegui la pace.

Nulla manca, a chi teme il Signore.

Spazio di silenzio:

portiamo davanti al Signore le nostre attese.

2. LA TUA PAROLA, LUCE Al MIEI PASSI

Dal Vangelo di Luca

3,2-6.10-14.18

2In quel tempo la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

5ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate.

6ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

10Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Parola del Signore.

TRACCIA PER LA RIFLESSIONE

«Che cosa dobbiamo fare?»

Nel Vangelo, questo interrogativo è sempre il segno di un momento decisivo per la vita. Nel brano che abbiamo ascoltato, Gesù non ha ancora iniziato il suo ministero. Colui che invita alla conversione è Giovanni Battista, che «percorse tutta la regione del Giordano, predicando un Battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (v. 3).

Le folle vanno da lui per farsi battezzare, ascoltano la sua predicazione e lo interrogano: «Che cosa dobbiamo fare?». Nella risposta, abbiamo tre indicazioni concrete di percorsi di conversione dati dal precursore.

«Chi ha… ne dia a chi non ha»

I primi a interrogare Giovanni sono genericamente indicati come persone della folla. A loro Giovanni non chiede penitenze o sacrifici straordinari, ma li rimanda alle necessità della vita quotidiana, all’attenzione del prossimo nei problemi di tutti i giorni: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto».

Cibo e vestiti sono cose di tutti i giorni e di fronte a bisogni cosi primari per la vita quotidiana non si può ignorare il fratello o la sorella. Proprio perché sono cose ordinarie e indispensabili, questi gesti misurano la nostra capacità di aprire gli occhi e di prendersi cura del destino degli altri.

Il Battista non chiede di rinunciare a tutti i propri beni, ma di avere attenzione ai bisognosi e di dividere con loro ciò che si ha: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». Ciò che tu hai, e ciò che abbonda nella tua casa, è da condividere. Giovanni sposta l’attenzione dalle cose alle persone: l’indigenza del fratello e della sorella

è un appello a cui non puoi sottrarti.

«Non esigete nulla più del dovuto»

Un secondo gruppo di persone che interrogano Giovanni sono i pubblicani, ritenuti da tutti dei “peccatori pubblici” a causa della loro professione. Essi riscuotono le tasse per conto dell’autorità; sono quindi tentati di arricchirsi illecitamente a danno dei cittadini e dell’amministrazione pubblica. Non solo, con il loro lavoro contribuivano a sostenere il sistema oppressivo straniero dei Romani, e quindi erano considerati come dei collaborazionisti con l’invasore.

A loro il Battista dice semplicemente: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Raccomanda l’onestà nel trattare il denaro pubblico. Per noi oggi, questo non riguarda solo il denaro, ma la gestione dei servizi sociali: scuole, sanità, trasporti, finanziamenti, assegni di invalidità, ecc…

La parola di Giovanni interroga il nostro coinvolgimento nella giustizia e nell’onestà che esige il costruire il bene comune.

«Non maltrattate e non estorcete»

Un terzo gruppo che interroga Giovanni sono i soldati. Erano uomini pagati per il loro servizio nell’esercito, pronti a ogni missione, secondo gli ordini. Venivano anche abitualmente impiegati per mantenere l’ordine pubblico. Ma, proprio perché armati, i soldati erano facilmente tentati di usare la forza per estorcere guadagni, per arrotondare gli stipendi e, abusando della loro posizione, maltrattavano e intimidivano i cittadini per interessi personali. A loro Giovanni dice: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

Come si può osservare, il Battista non se la prende con nessuna delle categorie sociali del tempo, né chiede a qualcuno di cambiare professione, ma chiama in causa la responsabilità di ciascuno per vivere con dignità il proprio lavoro, rinunciando all’abuso del potere, al guadagno illecito e esortando al rispetto delle persone.

Tutti sono invitati alla verifica e alla conversione, perché la salvezza è alla portata di tutti.

«Preparate la via del Signore»

Giovanni prepara il popolo di Dio ad accogliere il Signore che viene e la sua buona notizia. Se i suoi insegnamenti affondano le radici nella tradizione religiosa di Israele, si rende conto che la vera conversione che porta la salvezza supera il nostro sforzo morale. È necessario un intervento dall’alto capace di liberare l’uomo dal di dentro, e per questo egli sa che ciò va oltre la sua predicazione e il suo Battesimo.

Egli prepara le folle a incontrare il Messia: lui non battezzerà con acqua soltanto, ma con lo Spirito Santo di Dio.

Se le parole di Giovanni toccano le virtù umane, i rapporti fraterni, la trasparenza della coscienza nel trattare con persone e cose, le sue sono anche parole profetiche che guardano al futuro, all’incontro nella fede con Gesù, che invita ad accogliere come Signore e Messia.

Certo, è necessario l’impegno personale, ma la salvezza viene dal Messia atteso, il quale battezzerà in Spirito Santo, il dono dall’alto capace di trasformare e creare una nuova umanità.

Facciamo nostre le parole di Giovanni che tracciano per questo nostro tempo di Avvento un cammino di conversione, protesi verso l’incontro col Signore.

3. A TE SALE LA NOSTRA PREGHIERA

– Mentre ci prepariamo al Natale, facciamo nostro l’interrogativo: «Che cosa dobbiamo fare?». La nostra prima disponibilità non è certamente trovare qualcosa in cui impegnarci, ma fare spazio e accogliere il Signore, senza paura.

L’Emmanuele, il Dio-con-noi, pieno di grazia e di verità, ci offre la possibilità di vivere da figli di Dio.

– Accogliere il Signore e farsi suoi discepoli comporta poi la volontà di concretizzare in azioni contrassegnate da giustizia e onestà la nostra vita, vivere come Cristo ha vissuto, obbediente al Padre, misericordioso con i fratelli, pronto al dono libero e sincero della propria vita.

– Forse il Signore ci chiede il distacco da cose o persone, comportamenti o scelte che rischiano di essere in contraddizione con Dio e col Vangelo di Gesù. Chiediamo il coraggio di poterci liberare da ciò che ci tiene schiavi e disponiamo il nostro cuore a sperimentare ancora una volta che solo Gesù è il nostro Salvatore.

Facciamo nostra questa preghiera della Chiesa

(cfr. Prefazio della festa di san Giovanni Battista)

È veramente cosa buona e giusta,

nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo

a te, Signore, Padre santo,

Dio onnipotente ed eterno.

Noi ti lodiamo per le meraviglie

operate in san Giovanni Battista,

che fra tutti i nati di donna hai eletto e consacrato

a preparare la via a Cristo Signore.

Fin dal grembo materno

esultò per la venuta del Redentore,

e, solo fra tutti i profeti,

indicò al mondo l’Agnello del nostro riscatto.

Egli battezzò nelle acque del Giordano

lo stesso tuo Figlio, autore del Battesimo,

e rese a lui la testimonianza suprema

con l’effusione del sangue.

A te, Padre santo, innalziamo il nostro canto

e ti chiediamo di fare di noi un popolo ben disposto

ad accogliere la novità di vita

che il tuo Figlio è venuto a portarci.

Amen.

Chiediamo al Signore che vinca le nostre resistenze

e ci dia la gioia di una comunione con Lui

sempre più vera e sgombra da ostacoli.

4. PER RIPRENDERE IL CAMMINO

Preghiamo con il Salmo 137

Signore, il tuo amore è per sempre.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:

hai ascoltato le parole della mia bocca.

Non agli dèi, ma a te voglio cantare,

mi prostro verso il tuo tempio santo.

Signore, il tuo amore è per sempre.

Rendo grazie al tuo nome

per il tuo amore e la tua fedeltà.

Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,

hai accresciuto in me la forza.

Signore, il tuo amore è per sempre.

Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,

quando ascolteranno le parole della tua bocca.

Canteranno le vie del Signore:

grande è la gloria del Signore!

Signore, il tuo amore è per sempre.

Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile.

Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita;

contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano

e la tua destra mi salva.

Signore, il tuo amore è per sempre.

Il Signore farà tutto per me.

Signore, il tuo amore è per sempre:

non abbandonare l’opera delle tue mani.

Signore, il tuo amore è per sempre.

Si può continuare con alcune invocazioni libere

da parte dei fedeli.

Padre nostro, che sei nei cieli…

Preghiamo

O Dio, che hai spinto san Giovanni Battista a preparare a Cristo Signore un popolo ben disposto, fa’ che camminiamo sempre nella via di santità che egli proclamò con voce profetica nel deserto e confermò con il suo sangue. Concedi alla tua Chiesa la gioia dello Spirito, e guida tutti i credenti sulla via della salvezza e della pace.

Amen.

(Nell’adorazione comunitaria si può concludere

Con la benedizione eucaristica e un canto di congedo)