31 GENNAIO – SAN GIOVANNI BOSCO, patrono degli ORATORI. Hai mai sentito parlare di don Bosco? Chi, il prete dei ragazzi? Si proprio lui. Mi hanno detto che quando era ragazzo, per poter fare il catechismo agli altri ragazzi, aveva organizzato un circo, dove lui faceva un po’ di tutto: giochi di prestigio, capriole, esercizi in equilibrio sul filo, e poi tutti a sentire il racconto della storia di Gesù. Con lui pregare era una cosa bella, quasi divertente. Nato in una famiglia povera, quando riesce ad andare a scuola, fonda con i suoi compagni il primo gruppo della sua vita: la «Società dell’Allegria». A 20 anni egli decide di entrare in seminario e diventa prete. Ora può finalmente dedicare tutto il suo tempo ai ragazzi di strada che popolano Torino. Sono i ragazzi più poveri e disperati, pronti, per due soldi, a fare qualsiasi cosa gli adulti propongano. Don Bosco per aiutarli inventa l’oratorio un luogo dove i ragazzi possano vivere sereni. Ma si preoccupa anche di cercare lavoro per chi non ne ha, di ottenere migliori condizioni ai giovani che sono già occupati, di preparare professionalmente i giovani più volenterosi con la scuola. E la gente cosa diceva di Lui? Molti lo prendevano per pazzo, o forse avrebbero voluto prenderlo per pazzo. Uno che difende i poveri e esige i diritti doveva dare molto fastidio a chi sfruttando i giovanissimi operai si stava costruendo una fortuna. Don Bosco non si è fatto intimorire e ha continuato la sua opera instancabile a favore della gioventù. Da bambino aveva sognato un gruppo di ragazzi poverissimi che giocavano e bestemmiavano. Un uomo gli si avvicinò e gli disse: «Con la pazienza e la carità dovrai conquistare questi tuoi amici» e una donna gli disse: «Renditi umile, forte e robusto, a suo tempo tutto comprenderai». Il sogno è diventato realtà.