1. ALLA TUA PRESENZA

Nel cammino dell’Avvento un ruolo fondamentale riveste la figura di Giovani il Battista, la sua predicazione, la sua testimonianza sul Cristo. Il testo del Vangelo di Luca proposto per questo momento di adorazione è un invito a ribadire la nostra fede nel Signore Gesù. Egli è per noi Via, Verità, Vita. ln questo Tempo di Avvento ci invita a non cadere prigionieri degli alibi, delle scuse che spesso ci impediscono di aderire a lui con tutto il cuore e a non comportarci da suoi veri discepoli.

Accogliamo dalla sua presenza in mezzo a noi nell’Eucaristia la sua Parola di verità, e rinnoviamo la nostra disponibilità a camminare speditamente sui suoi passi.

(Se viene esposto il SS. Sacramento,

si esegue un canto adatto)

╬ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

Preghiamo con il Salmo 30

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,

non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.

Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,

mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Cantate inni al Signore, 0 suoi fedeli,

della sua santità celebrate il ricordo,

perché la sua collera dura un istante,

la sua bontà per tutta la vita.

Alla sera ospite è il pianto e al mattino la gioia.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

A te grido, Signore, al Signore chiedo pietà:

«Quale guadagno dalla mia morte,

dalla mia discesa nella fossa?

Potrà ringraziarti la polvere

e proclamare la tua fedeltà?

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,

Signore, vieni in mio aiuto!».

Hai mutato il mio lamento in danza,

mi hai tolto l’abito di sacco, mi hai rivestito di gioia,

perché ti canti il mio cuore, senza tacere;

Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Spazio di silenzio:

portiamo davanti a Dio ciò che stiamo vivendo.

2. LA TUA PAROLA, LUCE Al MIEI PASSI

Dal Vangelo di Luca

7,18-35

18Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutte queste cose. Chiamati quindi due di loro, Giovanni 191i mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».

20Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire 0 dobbiamo aspettare un altro?”». 211n quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi Odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. 23E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». 24Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 25Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. 26Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 27Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via. 28Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. 29Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. 30Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro. 31A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? 32È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. 33È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. 34È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. 35Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

Parola del Signore.

TRACCIA PER LA RIFLESSIONE

Gli inviati di Giovanni

Giovanni Battista è in carcere. Gesù, da un po’ di tempo, è subentrato al battezzatore e la sua predicazione ha attirato l’attenzione di molti. Giovanni, avendo sentito parlare dell’attività di Gesù, manda alcuni suoi discepoli a chiedergli se è lui l’atteso Messia. ln quello stesso momento Gesù guarisce molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi, dona la vista ai ciechi e dice agli inviati: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!» (vv. 22-23).

Gesù si presenta come colui che va incontro ai poveri, accoglie e perdona i peccatori, guarisce gli ammalati. Sembra di cogliere una grande differenza tra le attese di Giovanni Battista, che pensava a una radicale pulizia religiosa e morale in Israele, e l’intervento di Gesù, che non vuole escludere nessuno, ma al contrario dà segni precisi per indicare che tutti sono invitati ad accogliere la salvezza che il Padre va compiendo per mezzo suo.

Questo stile di Gesù è deludente per chi pensava ad attese trionfalistiche, a un profeta che avrebbe dato una lezione spettacolare. Gesù traccia invece una via di misericordia.

Cosa pensa Gesù del Battista?

Partiti i messaggeri di Giovanni, Gesù affronta il problema del ruolo svolto da Giovanni e la relazione che esiste tra il ministero del Battista e il suo. Gli interrogativi che Gesù pone alle folle fanno comprendere che egli considera il battezzatore del Giordano come un uomo di grande dignità, pienamente inserito nella tradizione profetica di Israele. Egli è il messaggero che prepara la via al Messia e che annunzia la necessità della conversione perché il Regno di Dio è imminente. Giovanni ha preparato la strada a Gesù. È quindi indispensabile accogliere la sua predicazione per capire e accogliere il vero Messia.

«Questa generazione»

Gesù conclude il suo discorso raccontando la parabola dei ragazzi capricciosi a cui non va bene proprio niente, perché non vogliono giocare. È lui stesso a interpretarla: «È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”» (vv. 33-34). Viene così smascherato l’alibi di chi prima ha rifiutato l’invito alla conversione di Giovanni e poi l’annuncio di salvezza di Gesù.

La povera gente e i peccatori che erano ai margini della legalità religiosa del tempo hanno invece compreso i richiami di Dio e hanno ascoltato prima la parola severa di Giovanni, poi la buona notizia di Gesù. Gesù, dunque, rimprovera quella e questa nostra generazione di essere come i bambini capricciosi della parabola: una generazione incapace di riconoscere i segni della presenza di Dio, refrattaria a convertirsi e abile nell’accampare scuse!

Vincere gli alibi alla conversione

Siamo noi questi bambini capricciosi che si lamentano che il mondo dovrebbe cambiare, ma di fatto preferiamo restare come siamo. Se fossimo sinceri, dovremmo dire che in realtà non siamo disposti a cambiare nulla perché stiamo bene nelle nostre comodità. Quando delle iniziative di rinnovamento tentano di coinvolgerci per aprire nuove strade, troviamo mille scuse, non vogliamo essere scomodati. Sono invece i poveri, i piccoli e i peccatori quelli capaci di accogliere con gioia prima l’invito di Giovanni e poi quello di Gesù a sedersi al banchetto della Sapienza, che è lui, lasciando alle spalle la vita precedente per essere annoverati tra i suoi discepoli. Ecco il cammino di conversione a cui ogni anno l’Avvento ci invita.

3. A TE SALE LA NOSTRA PREGHIERA

– Oggi, nel nostro contesto culturale, non è facile aderire alla fede in Gesù. Preferiamo giocare sulle opinioni, an che circa le verità del Vangelo, magari per il tacito desiderio di trovare consensi tra la gente. ln questo modo si rischia di non avere più alcuna Verità, nessun punto di riferimento sicuro da vivere e testimoniare.

– L’indecisione e la paura possono condurre al vuoto interiore, all’isolamento, all’autoreferenzialità. È quello che accade in certe piazze dove la gente, frettolosa, va e viene, ma ciascuno rimane chiuso nel proprio mondo, guarda con sospetto gli altri, si preclude l’incontro, il parlarsi, il capirsi, il convergere su alcuni valori essenziali per vivere bene insieme, collaborare per un progetto comune.

– La risposta di Gesù ai discepoli di Giovanni è un invito ad aderire alla certezza della sua Parola, a fidarsi dell’evidenza dei miracoli, a riconoscere la verità del suo insegnamento. Il Signore ci chiede di avere il coraggio di abbandonare le nostre ambiguità e a fare spazio alla sua Verità: è lui colui che deve venire.

Facciamo nostra questa preghiera della Chiesa

(cfr. Preghiera eucaristica per le varie necessità III)

È veramente cosa buona e giusta,

nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie in ogni tempo e in ogni luogo

a te, Padre santo, Signore del cielo e della terra,

per Gesù Cristo, Signore nostro.

Per mezzo di lui, tua parola vivente,

hai creato il mondo

e governi con giustizia ogni cosa.

Fatto carne, lo hai dato a noi come mediatore.

Egli ha detto a noi le tue parole

e ci ha chiamati a seguirlo:

è la via che a te conduce, la verità che ci fa liberi,

la vita che ci riempie di gioia.

Per mezzo di lui, tuo Figlio,

raccogli in una sola famiglia

gli uomini creati per la gloria del tuo nome,

redenti con il Sangue della sua croce

e segnati dal sigillo dello Spirito.

Per questo cantiamo senza fine la tua lode,

e ti preghiamo di renderci forti e irreprensibili

nella testimonianza della nostra fede.

Amen.

Ora rimaniamo per un po’ di tempo in silenzio. Lasciamo che la Parola del Signore scenda nel profondo del nostro cuore.

4. PER RIPRENDERE IL CAMMINO

Preghiamo con il Salmo 5

A te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Porgi l’orecchio, Signore,

alle mie parole:

intendi il mio lamento.

Sii attento alla voce del mio grido,

o mio re e mio Dio.

A te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Al mattino ascolta la mia voce;

al mattino ti espongo la mia richiesta

e resto in attesa.

A te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Tu non sei un Dio che gode del male;

non è tuo ospite il malvagio;

gli stolti non resistono al tuo sguardo.

A te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Io, invece, per il tuo grande amore,

entro nella tua casa;

mi prostro verso il tuo tempio santo

nel tuo timore.

A te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Guidami, Signore,

nella tua giustizia a causa dei miei nemici;

spiana davanti a me la tua strada.

A te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Non c’è sincerità sulla loro bocca,

è pieno di perfidia il loro cuore;

la loro gola è un sepolcro aperti,

la loro lingua seduce.

A te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Gioiscano quanti in te si rifugiano,

esultino senza fine.

Proteggili, perché in te si allietino

quanti amano il tuo nome,

poiché tu benedici il giusto,

Signore, come scudo lo circondi di benevolenza.

A te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Si può continuare con alcune invocazioni libere

da parte dei fedeli.

Padre nostro, che sei nei cieli…

Preghiamo

Ti rendiamo grazie, Signore Gesù, per la testimonianza forte e coraggiosa di Giovanni Battista. Da lui impariamo a essere tuoi messaggeri, sul Suo esempio vogliamo “prepararti la via”. Fa’ che diventiamo tuoi testimoni nel mondo, inviati senza paura ad annunciarti, strumenti di misericordia ricevuta e donata. Tu sei colui che il nostro cuore attende! Amen.

(Nell’adorazione comunitaria si può concludere

Con la benedizione eucaristica e un canto di congedo)