1. ALLA TUA PRESENZA

Il tema della vigilanza è al centro del tempo di Avvento, tempo liturgico orientato all’attesa della venuta del Signore. Nel testo del Vangelo che guida questa preghiera, Gesù parla della sua venuta alla fine dei tempi, del suo ritorno glorioso, tema che occupa soprattutto la prima parte dell’Avvento. Possiamo rilevare tre aspetti importanti nelle sue parole. Innanzitutto, la sua venuta è presentata in modo positivo, perché egli viene a salvarci: «Alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». ln secondo luogo, ci ricorda che nel tempo dell’attesa dobbiamo mantenere il cuore vigile, impedendogli di «appesantirsi negli affanni della vita». Infine, la vigilanza è mantenuta viva e accesa dalla preghiera: «Vegliate in ogni momento pregando». Alla sua presenza nel Sacramento dell’Eucaristia, accogliamo l’invito: «Vegliate!».

(Se viene esposto il SS. Sacramento,

si esegue un canto adatto)

╬ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

Preghiamo con il Salmo 25

Io spero in te, Signore: che io non resti deluso.

A te, Signore, innalzo l’anima mia,

mio Dio, in te confido:

che io non resti deluso!

Non trionfino su di me i miei nemici!

Io spero in te, Signore: che io non resti deluso.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,

insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza;

io spero in te tutto il giorno.

Io spero in te, Signore: che io non resti deluso.

Buono e retto è il Signore,

indica ai peccatori la via giusta;

guida i poveri secondo giustizia,

insegna ai poveri la sua via.

Io spero in te, Signore: che io non resti deluso.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà

per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.

Per il tuo nome, Signore,

perdona la mia colpa, anche se è grande.

Io spero in te, Signore: che io non resti deluso.

C’è un uomo che teme il Signore?

Gli indicherà la via da scegliere.

Egli riposerà nel benessere,

la sua discendenza possederà la terra.

Io spero in te, Signore: che io non resti deluso.

Proteggimi, portami in salvo;

che io non resti deluso, perché in te mi sono rifugiato.

Mi proteggano integrità e rettitudine,

perché in te ho sperato.

Io spero in te, Signore: che io non resti deluso.

Spazio di silenzio:

portiamo davanti a Dio ciò che stiamo vivendo.

2. LA TUA PAROLA, LUCE Al MIEI PASSI

Dal Vangelo di Luca

21,25-28.34-36

In quel tempo disse Gesù ai suoi discepoli: 25«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire Su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.

36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Parola del Signore.

TRACCIA PER LA RIFLESSIONE

Dio viene

Luca, in questo discorso escatologico, ancora più chiaramente degli altri due Vangeli, ha presente la distruzione della città di Gerusalemme, avvenuta nel 70 d.C., la sua tragedia e gli immani orrori. La caduta di Gerusalemme, però, è solo un segno di ciò che si agita nella storia universale. È a questo punto che inizia questa parte del discorso di Gesù, dove ormai la prospettiva abbraccia tutta l’umanità e l’universo. I segni cosmici, come la caduta delle stelle, il sole che diventa nero… indicano uno sconvolgimento, sono uno scuotimento.

Nell’Antico Testamento questi segni erano associati alle teofanie, agli interventi di Dio. Questo scuotimento cosmico universale vuole in sostanza dire che Dio interviene definitivamente, che quella è la teofania conclusiva.

L’uomo non può reggere la presenza di Dio. Se il suo cuore non è pronto, se il suo animo non è docile, il suo arrivo, la sua presenza risulta insostenibile per gli empi, come afferma chiaramente già l’Antico Testamento.

Le prime parole che troviamo in questo testo risultano pertanto minacciose, quasi lugubri: «Gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra». Esse non vogliono però essere un’informazione sull’andamento concreto degli eventi degli ultimi tempi, ma una provocazione, un invito: scuotere gli uditori perché non siano trovati impreparati.

Il Figlio dell’Uomo

Nel quadro buio e fosco di un’umanità atterrita dall’arrivo del Signore, ecco uno squarcio di luce: l’arrivo del Figlio dell’Uomo, glorioso. Egli, che è il Signore Gesù glorioso, viene per portare definitivamente a conclusione la salvezza iniziata con la sua Pasqua.

È lui l’ultima parola della storia, l’omega verso il quale tutto tende. Per questo, nei drammi della storia umana i credenti sono invitati a sperare. Sapendo quale sarà l’esito della storia, i discepoli di Cristo sono invitati a non lasciarsi schiacciare dai problemi, a non vivere in balia della rassegnazione e del fatalismo, ma a reagire, ad affrontare con coraggio i propri compiti e responsabilità. Questo coraggio non è frutto dell’illusione o di un volontarismo disperato, ma di una certezza: il loro Signore è vicino, già adesso nelle prove opera in loro favore, e la sua salvezza è sempre più prossima.

Luca usa la parola greca «liberazione», che fa parte del vocabolario di Paolo, per indicare la salvezza compiuta e che compirà Gesù. Questo linguaggio ci riporta all’epopea teologica dell’Esodo: i credenti non devono essere spaventati per le piaghe, bensì gioiosi peril giungere della fine dell’oppressione, come avvenne per Israele la notte dell’uscita dall’Egitto, allorché mangiarono la Pasqua, in piedi, pronti a partire.

«Vegliate»

Lo stesso messaggio viene sostanzialmente rimarcato nella seconda parte del testo, che contiene l’invito alla «vigilanza». Il fatto che già le prime generazioni dei cristiani si rendono conto che il momento della fine del mondo non sembra imminente, non esclude che la vigilanza è necessaria. Proprio questa attesa prolungata può ingenerare rilassatezza, un cedimento alla superficialità per la quale i cuori cadono nell’indifferenza e vengono intorpiditi dalle esperienze quotidiane. È necessario allora reagire per non rimanere impigliati nei lacci della vita che ci tolgono la libertà dataci da Cristo.

Il cuore infatti può appesantirsi per le dissipazioni, per le ubriachezze e gli affanni della vita. Le dissipazioni sono la leggerezza nell’affrontare la propria vita, smarrendosi nelle banalità, nelle cose inutili e futili; le ubriachezze rappresentano l’uso smodato dei beni del mondo, l’eccesso che intontisce la coscienza, come il vino. Infine, gli affanni: il dolore e la sofferenza sono inevitabili; ma l’affanno è lasciarsi schiacciare dal peso della vita, perdere la speranza. Il Signore invita a confidare in lui: «Risollevatevi e alzate il capo».

«Pregando»

Questo discorso di Gesù tocca un tema tipico del messaggio di Luca, poiché si chiude con un’esortazione alla «preghiera incessante». Luca è l’evangelista della preghiera instancabile, che permette appunto al credente di rimanere vigile per non soccombere nel momento della tentazione.

La preghiera ottiene da Dio il dono della forza, lo Spirito con cui resistere nelle prove e poter presentarsi senza paura al giudizio del Figlio dell’Uomo: «Vegliate in ogni momento pregando». È come se Gesù dicesse: pregate perché ogni momento della vita sia libero da ogni tentazione di evasione e di dissipazione, e diventi invece “occasione” di salvezza, rimanendo fedeli alla sua Parola di verità.

3. A TE SALE LA NOSTRA PREGHIERA

– L’evangelista ci ricorda che il giorno del Figlio dell’Uomo comporta lo sconvolgimento dell’ordine presente delle cose, segnato dal male che spaventa e atterrisce l’uomo. Una cosa è certa: l’azione di Dio punta alla liberazione dell’uomo. Il ritorno del Figlio dell’Uomo segnerà il rinnovamento radicale di questo mondo che è in preda al male.

– Ogni persona non può dimenticare che davanti a sé sta anche il giorno della sua fine. ln ogni momento, il credente si trova confrontato con questo giorno, con la speranza che esso offre e con la responsabilità che suscita. Se non ci preoccupiamo di questo, quel giorno, che ci cadrà addosso all’improvviso, manifesterà il vuoto e l’inconsistenza su cui abbiamo costruito la nostra vita.

– L’uomo che perde la speranza, che dubita della fondatezza delle sue attese, è tentato di lasciarsi prendere dall’evasione e vivere nella finzione; oppure vivrà schiacciato dall’affanno, dall’essere inconcludente nei suoi problemi. La verità della nostra vita e del nostro futuro non ce la possiamo dare da noi stessi, ma è da accogliere come un dono, e, come tale, non può che essere chiesta nella preghiera.

Facciamo nostra questa preghiera della Chiesa

(cfr. Prefazio dell’Avvent0 1/A)

È veramente giusto renderti grazie

e innalzare a te un inno di benedizione e di lode,

Padre onnipotente, principio e fine di tutte le cose.

Tu Ci hai nascosto il giorno e l’ora

in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia,

apparirà sulle nubi del cielo

rivestito di potenza e splendore.

ln quel giorno tremendo e glorioso

passerà il mondo presente

e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova.

Ora egli viene incontro a noi

in ogni uomo e in ogni tempo,

perché lo accogliamo nella fede

e testimoniamo nell’amore

la beata speranza del suo regno.

Nell’attesa vigilante del suo ultimo avvento,

aiutaci a vivere in modo degno della nostra vocazione.

Amen.

Ora rimaniamo per un po’ di tempo in silenzio. Lasciamo che

lo Spirito ravvivi la speranza e vinca i nostri timori.

4. PER RIPRENDERE IL CAMMINO

Preghiamo con il Salmo 27

Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò paura?

Il Signore è mia luce e mia salvezza:

di chi avrò timore?

Il Signore è difesa della mia vita:

di chi avrò paura?

Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò paura?

Quando mi assalgono i malvagi

per divorarmi la carne,

sono essi, avversari e nemici,

a inciampare e cadere.

Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò paura?

Se contro di me si accampa un esercito,

il mio cuore non teme;

se contro di me si scatena una guerra,

anche allora ho fiducia. Rit.

Una cosa ho chiesto al Signore,

questa sola io cerco:

abitare nella casa del Signore

tutti i giorni della mia vita,

per contemplare la bellezza del Signore

e ammirare il suo santuario.

Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò paura?

Nella sua dimora mi offre riparo

nel giorno della sventura.

Mi nasconde nel segreto della sua tenda,

sopra una roccia mi innalza.

Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò paura?

Mostrami, Signore, la tua via,

guidami sul retto cammino,

perché mi tendono insidie.

Non gettarmi in preda ai miei avversari.

Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò paura?

Sono certo di contemplare la bontà del Signore

nella terra dei viventi.

Spera nel Signore, sii forte,

si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò paura?

Si può continuare con alcune invocazioni libere

da parte dei fedeli.

Padre nostro, che sei nei cieli…

Preghiamo

Padre santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell’umanità oppressa da tanti mali e apri i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo, giudice salvatore. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

(Nell’adorazione comunitaria si può concludere

Con la benedizione eucaristica e un canto di congedo)