Il vescovo Giuliano agli scout: “Poniamo attenzione ad una realtà che facilmente scartiamo dalla nostra vita”.
In 4.500 hanno concluso i festeggiamenti per il 50esimo dell’AGESCI ritrovandosi al Parco della Pace a Vicenza sabato 20 e domenica 21 aprile 2024, dove hanno partecipato anche i nostri gruppi di Montecchio.
Alla Messa conclusiva erano presenti anche rappresentanti dell’Azione Cattolica diocesana e di altri gruppi scout presenti nel territorio vicentino (FSE, Federazione Scout Europa, e il CNGEI, Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani). È stato un appuntamento fortemente voluto dal vescovo Giuliano, che ha ricordato anche il suo nome di caccia “Ago di pino” incontrando gli scout più giovani. Anche la pastorale giovanile diocesana si è prodigata per la realizzazione dell’evento riconoscendo l’importanza educativa e formativa del movimento AGESCI, capace di coinvolgere famiglie intere, di generazione in generazione. “È stata un’occasione non solo per ritrovarci tra scout, ma per sentirci parte viva della Chiesa diocesana insieme al nostro Vescovo in “modo scout”: gli scout sanno muovere le mani, la mente ed il cuore. Dall’incontro con l’altro vicino a noi possiamo fiorire e portare frutto nel nostro territorio ed è per questo che abbiamo scelto il tema dell’incontro”, ha detto Giorgia Caleari, coordinatrice dell’evento. Il vescovo Giuliano ha chiesto di “porre attenzione a una realtà che forse facilmente scartiamo dalla nostra vita. (…)”. E poi ha incalzato: “Oggi tante cose e persone vengono scartate con l’indifferenza. Forse fra queste c’è anche Gesù. A che cosa ci serve? La Chiesa che ce lo dovrebbe far conoscere è avvertita come lontana e non sempre credibile. E poi che pretese ha Gesù? Lasciate che per un momento io vi parli di Lui”. Nel silenzio pieno di attenzione, il Vescovo ha spiegato che Gesù, lui stesso scartato, viene narrato nel vangelo odierno come pastore con tre tratti caratteristici: “ci difende, ci conosce e ci ama”. Ha continuato esplicitando che Gesù “ci difende da coloro che vogliono servirsi di noi e che ci vorrebbero dipendenti, in vari modi, perché sono i mercenari di oggi”; “ci conosce perché siamo perle preziose, valiamo ai suoi occhi”; “ci ama e ce lo dimostra donando la sua vita. Ha dato la sua vita fino ad essere scartato come uno dei peggiori malfattori”. Al termine della celebrazione il vescovo Giuliano ha invitato gli ambasciatori che hanno partecipato all’ultimo Jamboree in Corea a raggiungerlo sul palco per condividere con tutti i presenti l’impegno di essere ogni giorno artigiani di pace e alla Madonna di Monte Berico ha chiesto di affidare la richiesta del dono della pace per tutto il mondo.