CAMMINANDO …
Venerdì 16 giugno, festa del Sacro Cuore di Gesù, l’incontro in seminario a Vicenza, per noi sacerdoti è stato occasione di preghiera e confronto con il Vescovo Giuliano per accogliere le sue indicazioni e le novità negli avvicendamenti dei preti in Diocesi. Tra le varie informazioni che avremo modo di apprendere e condividere durante l’anno di pastorale, mi piace sottolineare alcune linee guida proposte per illuminare la formazione, la crescita e il modus operandi nelle nostre Unità Pastorali.


Alice Magnaguagno, giovane design, ha tradotto in modo speciale il concetto disegnando la copertina del nostro “Teniamo il passo”: un gruppo in cammino, persone che hanno una meta, persone che camminano insieme con un obiettivo da raggiungere, insieme nelle relazioni con amici, nel dialogo, ognuno con il proprio passo, ma tutti orientati alla meta proposta.
Sembra facile fare così, ma quanto sudore, quanta fatica. Quante volte, camminando insieme in montagna si è alzata la voce: “Bastaaaa!!”… “sono stufo”, … “quanto maaaanca!” all’arrivo … “io mi fermo e vi aspetto qui per il ritorno!” … ma poi basta una parola di incoraggiamento, l’esempio di quelli che “tirano”, l’aiuto di qualche cireneo nel portare uno zaino, un sorso
d’acqua condiviso…. Arrivati!! Tutti!! Insieme!!
Ecco, vedete, CAMMINANDO, SI APRE IL CAMMINO. Credo sia una espressione, un focus da tenere presente nel nostro impegno di Unità Pastorale. Camminare non ciascuno per conto proprio, ma insieme.
L’esperienza maturata negli anni da ogni singola parrocchia non deve farci dire “noi abbiamo sempre fatto così”, ma dovremo sforzarci di ricercare modalità per quella condivisione che fa gustare e promuovere a tutti il bene di ciascun gruppo.
Fatica, impegno, esperienze e vita di parrocchia maturata negli anni da condividere con esperienze di altri, con proposte delle altre parrocchie, perché Il pericolo della autoreferenzialità è sempre alla porta.
Autoreferenzialità è sinonimo di soffocamento, asfissia, isolamento, credersi gli unici bravi e quindi autosufficienti. Certo che fare da soli è più facile, meno questioni, meno problemi… ma si resta da soli, tagliati fuori.
Bravissimi nella propria proposta pastorale ma destinata a spegnersi a non aver seguito perché appunto autoreferenziale.
L’Unità Pastorale porta a fare questo cammino “insieme” verso un sogno, una meta, non tanto per l’evidente problema circa la scarsità dei preti ma per un cambio di scelta della nostra Diocesi: evangelizzare. Preti siamo ancora in tanti! Copriamo un sacco di celebrazioni, messe, richieste. Sono tre le messe celebrate ogni giorno per un totale di 35/40 persone partecipanti. Sono dodici le messe Festive per un totale di sette/ottocento presenze, meno di cento persone per celebrazione. Non sono i preti che mancano… è scaduto l’interesse alla formazione cristiana, scaduta l’evangelizzazione, il gusto dell’incontro, del valore della nostra fede.
L’esempio del ragazzo che ha rinunciato alla Cresima perché quel giorno c’era la partita di calcio e lui, al calcio, non poteva mancare… è un chiaro segnale per leggere la nostra realtà di fede.
Ecco allora la domanda: Quale chiesa vogliamo costruire? Le scelte concrete incarnano una visione, un sogno, un indirizzo di comunità. Le scelte non sono neutre. Un Centro Estivo, un Torneo di calcetto, un campeggio, un canto liturgico, l’attività di un gruppo parrocchiale… non è mai neutro, ma portatore di un messaggio! È doveroso ora confrontarci su alcune regole e scelte concrete, confrontarci sul sogno della Chiesa Diocesana che si desidera realizzare. Perché la Chiesa non esiste per se stessa, ma per l’annuncio del vangelo. Come rinvigorire le nostre Comunità cariche di pesi e di anni perché siano comunità vive, attraenti e appassionate?
Nell’incontro dei preti in assemblea venerdì’ si sottolineava come: non si fa Unità Pastorale primariamente per mancanza di Clero, ma per dare slancio alle parrocchie.
Ecco valorizzato il passo che stiamo facendo verso un Consiglio Pastorale UNICO, che non è la rappresentanza delle tre parrocchie, ma voce di uno spirito che abbraccia tutta la realtà pastorale. Le persone saranno chiamate a questo servizio, si impegneranno ad essere annuncio e proposta evangelica per tutta l’Unità pastorale…. un gruppo di persone che pur vivendo nella propria parrocchia, custodisca e nutra il sogno dell’Unità Pastorale della Chiesa. In questa ottica i Consigli Pastorali parrocchiali locali, ormai tutti in scadenza, e non rinnovabili, possono rimanere importante strumento di passaggio/informazione per veicolare nuovi stili di vita nella nostra Unità Pastorale.
Riflessione a parte merita invece la gestione economica di ciascuna parrocchia, attualmente distinta per responsabilità e aspetto legale e tributario circa i beni di proprietà di ogni singola parrocchia.

Nella visione del Vescovo, il fare deve essere subordinato all’essere, o meglio, non serve moltiplicare o creare duplicati di gruppi, associazioni, iniziative… o impegnarsi in interventi economici su strutture che, se pur gratificanti al momento, non hanno futuro in quanto mancano di quello spirito che fa da legame, fondamento e motivo per agire nel cuore e nella vita delle persone. Il Vescovo è stato esplicito nel suo discorso a conclusione della sua visita nei vicariati e nelle parrocchie della nostra Diocesi: tre centri giovanili in una Unità Pastorale non favoriscono un cammino unitario. Così come tre canoniche abitate dai rispettivi preti non sono segno e volontà di collaborazione e unità. Invito esplicito e chiaro rivolto ai preti di vivere in fraternità, esempio e testimonianza di unità di tutto il resto.
Proprio fatica “Tenere il passo”, “camminare insieme”.
C’è sempre la tentazione di fermarsi, di trovare scusanti circa l’incompatibilità di carattere, di rivendicare la propria autonomia come se la parrocchia fosse proprietà privata, di fare del proprio gruppetto il migliore della diocesi, di … ma forse è il momento di fidarci della Chiesa e dei suoi Pastori che ci indicano la bellezza del Sogno “Chiesa”, della meta “Unità Pastorale”, del panorama mozzafiato raggiungibile “Camminando insieme”.
Fidiamoci del Vescovo Giuliano, della sua esperienza missionaria, della sua formazione e riconosciamo che abbiamo necessità di RImotivare il nostro stare insieme, il nostro stile di vita, iniziare a pensare che “ci sono anche gli altri”, che la fede e la Parola di Dio sono prioritari nella scelta pastorale, che tutta la Chiesa vive questa responsabilità dell’annuncio e della testimonianza.
Don Giuseppe